100 viaggi di gruppo, 1.000 persone in giro per il mondo: ecco a voi Fabio Liggeri

In pochi giorni si passa dal “Come hai detto che ti chiami?” alla valle di lacrime al momento di salutarsi a fine avventura. Capita, quando si prende parte a un viaggio KeTrip. Capita, quando uno dei nostri coordinatori entra a far parte della vostra nuova cerchia di amici dopo aver vissuto una settimana, o anche più, spalla a spalla. Un coordinatore KeTrip non è semplicemente un appassionato di viaggi, bensì è molto di più dato che non solo deve avere un occhio attento su tutto affinché voi possiate vivere una delle esperienze più belle della vostra vita, ma deve anche saper comunicare tutto il suo sapere e passione affinché voi possiate tornare a casa con un bagaglio di emozioni uniche. Come nel caso di Fabio Liggeri, il primo ospite della rubrica mensile attraverso la quale vi presentiamo in maniera più approfondita i “nostri ragazzi” affinché al primo incontro, all’aeroporto di partenza, potrete dire loro “So già tutto di te!”.


Abbiamo scelto Fabio perché, in realtà, con lui giochiamo in casa: è il co-fondatore di KeTrip nonché autore del blog Viaggio Ergo Sum. Dicono sia un travel influencer ma a lui piace semplicemente definirsi un viaggiatore. Da diversi anni guida viaggi di gruppo alla scoperta dei luoghi più autentici e meno turistici del nostro meraviglioso Pianeta, oltre ad essere docente di Travel Blogging all’università IULM di Milano e ad avere realizzato video reportage per importanti trasmissioni televisive italiane sempre a tema viaggio. Insomma, uno che sa il fatto suo!

Fabio, presentati ai nostri KeTrippers: dove sei nato, quanti anni hai e se ci racconti qualcosa in più di te…

Sono nato in Sicilia in un paesino in provincia di Catania. Mi ritengo fortunato perché ho vissuto a cavallo tra due epoche profondamente diverse: della mia infanzia ricordo epiche partite a calcio e a nascondino nel cortile sotto casa, ginocchia sbucciate, vestiti sudati, dopo interi pomeriggi passati a giocare con amici fraterni. Tra una versione di latino ed una funzione matematica, iniziai alla fine degli anni del liceo ad appassionarmi al neonato mondo digitale e al web, che in Italia stava iniziando a diffondersi agli inizi del nuovo millennio. Un po’ per caso, dopo qualche anno mi ritrovai con un lavoro che avevo creato da zero, da quella mia passione: gestivo siti web, avevo fondato la mia piccola attività ed ero padrone del mio tempo. C’era però qualcosa che mi mancava: non avevo ancora mai avuto il coraggio di esaudire quella mia infinita voglia di scoprire il mondo, di viaggiare e conoscere culture profondamente diverse. 


Come nasce la tua passione per il viaggio?

Alcuni anni dopo la creazione della mia attività online, decisi di diventare un nomade digitale: con un computer portatile ed una chiavetta wifi avrei potuto lavorare ovunque mi trovassi nel mondo. Nel frattempo iniziai a raccontare sui social, prima su Facebook e successivamente su Instagram, le mie avventure sempre più folli. Inaspettatamente sempre più gente iniziò a seguire i miei racconti di viaggio, sempre più persone iniziarono a chiedermi come viaggiare con me.




Perché hai scelto di diventare coordinatore KeTrip?  Nel 2016 conobbi quelli che sarebbero diventati i miei soci e con cui avrei fondato KeTrip qualche anno più tardi. Provammo ad organizzare un primo viaggio in Islanda, uno di quei luoghi che avevo visitato in solitaria due anni prima e di cui mi ero profondamente innamorato. Quel primo viaggio di gruppo fu un successo e, da allora, non mi sono più fermato, abbandonando gradualmente la mia precedente attività digitale e dedicandomi al 100% al progetto KeTrip. Quest’anno supererò i 100 viaggi di gruppo coordinati, più di mille persone condotte in giro per il mondo. Credo sia una delle cose di cui vado maggiormente fiero!


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Quali sono, per te, le unicità di un viaggio KeTrip rispetto a un classico viaggio avventura?

Quando creiamo un itinerario su KeTrip ci mettiamo dentro la nostra filosofia di viaggio. Per tanti anni, prima di fare viaggi di gruppo, io ed i miei soci abbiamo viaggiato in giro per il mondo. Questa nostra conoscenza ci permette di scegliere accuratamente cosa fare e cosa non fare durante un viaggio, per offrire sempre un’esperienza veramente autentica e lontana dai classici tour turistici. Inoltre a coordinare questi viaggi ci sono prima di tutto viaggiatori veri, esperti altamente formati su ogni destinazione, che fanno questo prima di tutto per passione, così come lo facciamo noi.


Quali sono le mete che di norma copri e perché?

Non mi pongo limiti e, per natura, sono molto curioso. Ho coordinato viaggi di gruppo in tutti i continenti: dall’Amazzonia alla Mongolia, da Sumatra all’Etiopia. Ci sono luoghi che sicuramente porto nel cuore e in cui torno ogni anno, chi mi segue sui social può facilmente intuirli. Tendo ad evitare destinazioni afflitte dalla piaga dell’overtourism o comunque ad elaborare itinerari alternativi. In un mondo in cui i social condizionano sempre più le scelte turistiche, a noi piace offrire una valida alternativa per fare un viaggio vero e non un tour fatto solamente per pubblicare la foto su Instagram.


Qualche prezioso consiglio per organizzare il bagaglio perfetto per un viaggio KeTrip?

Il bagaglio perfetto per un viaggio KeTrip è uno zaino da massimo 50 litri. L’abbigliamento cambia in base al clima della destinazione, ovviamente. In ogni caso non può mai mancare un k-way o giacca a vento, un coprizaino impermeabile, taccuino e penna per annotare pensieri, costume ed asciugamano in microfibra (perché non si sa mai), borraccia, cappellino ed occhiali da sole!




Ricordi un KeTripper che ti ha particolarmente sorpreso dopo aver viaggiato con lei/lui?

L’aspetto più bello del mio lavoro è proprio questo: conoscere persone sempre diverse che riescono ad arricchire l’esperienza del viaggio attraverso le proprie storie, il proprio vissuto. Un viaggio di gruppo è anche un viaggio di condivisione. Ho tanti bellissimi ricordi legati ai miei compagni di viaggio: proposte di matrimonio sotto l’aurora boreale, lacrime di gioia di fronte ad un bellissimo tramonto, la sofferenza condivisa durante una bufera di neve, oppure un compleanno festeggiato insieme alle isolatissime tribù Mentawaii a Sumatra, seduti per terra ascoltando gli anziani indigeni raccontare storie della propria vita. Non saprei indicare un KeTripper in particolare, questo perché ciascuno mi ha lasciato qualcosa, chi più chi meno. E se mi chiedi: “Ma ti ricordi tutti quelli che hanno viaggiato con te?” Ti risponderò di sì, difficilmente dimentico un volto. A volte dimentico i nomi, questo penso sia normale, ma un volto ed una storia, no, quello non lo dimentico!


Antonio

10
settembre 2024
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